giovedì 29 ottobre 2009
Un commento a cura di Cristina Raddavero
Come ogni vita anche quella di Mafalda di Savoia Assia coincide con una serie di fotogrammi che l'autrice consegna al lettore sottraendoli al flusso disordinato dei ricordi e della memoria per ricomporli lungo la trama dei suoi quarantadue anni “sottratti alla distruzione del tempo”. Il “mysterium iniquitatis” si posa su Mafalda martire a Buchenwald, vittima della furia nazista. Combaciano perfettamente dramma umano, storico e individuale lungo il percorso “frastagliato” e “affilatissimo” del secondo conflitto mondiale. Diversi spunti biografici della principessa si coagulano in una “musica” dalle noti dolenti e funeste che stridono all'orecchio dell'uomo del 2000 ma solo per ricordargli ciò che non può essere dimenticato, l'abiezione, il gradino ultimo che abbia raggiunto la natura umana.
venerdì 23 ottobre 2009
Il testo
Il testo in sé è la biografia della Principessa Mafalda di Savoia Assia; e fin qui non c’è nulla di particolare: esiste una ricca bibliografia sulla Principessa. Scorazzando per Internet si trovano decine e decine di “posted”. Tutto è facilmente comprensibile. La vicenda personale di Mafalda, con il suo disperato epilogo, s’innesta nel contesto storico/politico dell’Italia in uno dei momenti più controversi e tragici che abbia attraversato non solo la nazione ma il mondo intero. Il dibattito è tuttora acceso e, talvolta, le speculazioni ideologiche alimentano ulteriori fiammate.
Ma la tragedia di Mafalda è un qualcosa che prescinde dalle passioni politiche o storiche, le sovrasta nella sua drammaticità, nella sua umanità, nella epicità della sua scenica catastrofe. È un fatto di tutti che scende dentro le coscienze e le scuote, prescindendo da ogni credo o convinzione politica. Si può restarne improvvisamente ammaliati, come suppongo sia capitato all’Autrice, la scrittrice russa Ninel Ivanovna Podgornja.
Del suo libro mi piace sottolineare due aspetti; il primo riguarda la straordinarietà delle coincidenze che lo hanno generato: la fatalità delle circostanze in base alle quali “quando una cosa deve succedere, succede!”. Il secondo, la sconvolgente universalità di una vicenda che dalla Storia scende nelle profondità della Vita per abbracciare le tensioni dell’animo e del cuore in un tutt’uno che palpita dentro l’aberrante cornice della guerra e delle atrocità naziste.
La straordinarietà delle coincidenze
Sembra curioso che una giovane signorina della Russia comunista (siamo in piena guerra fredda) abbia voluto scrivere una biografia su Mafalda di Savoia Assia. Eppure è andata così; doveva assolutamente andare così. Ninel Ivanovna Podgornaja, era al servizio del Partito Comunista Sovietico in qualità di interprete, e aveva l’incarico di distribuire materiale pubblicitario di regime ai marinai stranieri che approdavano in un porto del mar Nero per trasportare petrolio. Qui conosce il capitano Mario, un marinaio di Capri, sempre malato di nostalgia per i colori del Mediterraneo, per la moglie lontana, per la sua bellissima isola con la villa di una Principessa dagli occhi grandi morta nel lager nazista di Buchenwald.
Ha un figlio disperso nelle campagne di Russia, il capitano Mario, e forse anche questo tenue filamento geografico aumenta il loro feeling superando le difficoltà linguistiche un po’ a gesti e un po’ con un inglese stentato.
La Podgornaja si domanda come sia stato possibile che la moglie del landgravio d’Assia e figlia del re d’Italia fosse morta in un lager nazista. Ovviamente non riesce a darsi risposte, la stampa di regime sovietica ha ben altro da fare e da scrivere che occuparsi dei casati di Savoia e di Assia. Ci penserà lei stessa a scoprirlo documentandosi ed approfondendo il fatto durante i suoi soggiorni in Occidente; a fine guerra fredda, dopo che i muri, come tutte le barriere effimere della Storia, crollano e diventano macerie.
L’universalità della vicenda
È facile il richiamo alle tragedie di Euripide o di Shakespeare; da un cinico punto di vista teatrale ci sono tutti gli ingredienti e la scenografia bellica ne aumenta il pathos. Mafalda è in balia di se stessa, gli eventi definiscono e raccontano l’epilogo. Ancora una volta la Storia ha scritto un copione di straordinaria umanità. Il dramma della Principessa Mafalda s’innesta nel dramma del mondo senza alcun confine geografico; per questo, la Podgornaja decide di raccontarlo anche nei paesi di lingua russa per diffonderne la conoscenza senza alcuna pregiudiziale politica.
http://www.dictamundi.net/MafaldatestoA.html
Ma la tragedia di Mafalda è un qualcosa che prescinde dalle passioni politiche o storiche, le sovrasta nella sua drammaticità, nella sua umanità, nella epicità della sua scenica catastrofe. È un fatto di tutti che scende dentro le coscienze e le scuote, prescindendo da ogni credo o convinzione politica. Si può restarne improvvisamente ammaliati, come suppongo sia capitato all’Autrice, la scrittrice russa Ninel Ivanovna Podgornja.
Del suo libro mi piace sottolineare due aspetti; il primo riguarda la straordinarietà delle coincidenze che lo hanno generato: la fatalità delle circostanze in base alle quali “quando una cosa deve succedere, succede!”. Il secondo, la sconvolgente universalità di una vicenda che dalla Storia scende nelle profondità della Vita per abbracciare le tensioni dell’animo e del cuore in un tutt’uno che palpita dentro l’aberrante cornice della guerra e delle atrocità naziste.
La straordinarietà delle coincidenze
Sembra curioso che una giovane signorina della Russia comunista (siamo in piena guerra fredda) abbia voluto scrivere una biografia su Mafalda di Savoia Assia. Eppure è andata così; doveva assolutamente andare così. Ninel Ivanovna Podgornaja, era al servizio del Partito Comunista Sovietico in qualità di interprete, e aveva l’incarico di distribuire materiale pubblicitario di regime ai marinai stranieri che approdavano in un porto del mar Nero per trasportare petrolio. Qui conosce il capitano Mario, un marinaio di Capri, sempre malato di nostalgia per i colori del Mediterraneo, per la moglie lontana, per la sua bellissima isola con la villa di una Principessa dagli occhi grandi morta nel lager nazista di Buchenwald.
Ha un figlio disperso nelle campagne di Russia, il capitano Mario, e forse anche questo tenue filamento geografico aumenta il loro feeling superando le difficoltà linguistiche un po’ a gesti e un po’ con un inglese stentato.
La Podgornaja si domanda come sia stato possibile che la moglie del landgravio d’Assia e figlia del re d’Italia fosse morta in un lager nazista. Ovviamente non riesce a darsi risposte, la stampa di regime sovietica ha ben altro da fare e da scrivere che occuparsi dei casati di Savoia e di Assia. Ci penserà lei stessa a scoprirlo documentandosi ed approfondendo il fatto durante i suoi soggiorni in Occidente; a fine guerra fredda, dopo che i muri, come tutte le barriere effimere della Storia, crollano e diventano macerie.
L’universalità della vicenda
È facile il richiamo alle tragedie di Euripide o di Shakespeare; da un cinico punto di vista teatrale ci sono tutti gli ingredienti e la scenografia bellica ne aumenta il pathos. Mafalda è in balia di se stessa, gli eventi definiscono e raccontano l’epilogo. Ancora una volta la Storia ha scritto un copione di straordinaria umanità. Il dramma della Principessa Mafalda s’innesta nel dramma del mondo senza alcun confine geografico; per questo, la Podgornaja decide di raccontarlo anche nei paesi di lingua russa per diffonderne la conoscenza senza alcuna pregiudiziale politica.
http://www.dictamundi.net/MafaldatestoA.html
giovedì 22 ottobre 2009
La nascita del libro in Italia
Circa le intriganti vicende che hanno originato il libro della Podgornaja ne abbiamo già parlato diffusamente sulle pagine dedicate al “testo”, qui parleremo piuttosto di come sia giunta in Italia notizia del libro e di come sia stato pubblicato da Solfanelli di Chieti per il Gruppo Editoriale Tabula Fati. Il merito va principalmente ascritto ad Alfredo Bertollo, governatore dell’Associazione culturale “La Corallina di Santa Margherita Ligure”, nonché approfondito conoscitore della lingua e della cultura russa. Ricordiamo che alcuni suoi libri sulla Liguria sono stati scritti e pubblicati in russo.Lo stesso Bertollo racconta di aver visto per caso, verso alla fine del 2005, sul periodico “FERT” la copertina del libro della Podgornaja indicante l’“Altare della patria” con una immagine della principessa di Savoia-Assia e il nome dell’autrice. Incuriosito si fece inviare il libro; lo lesse con molta attenzione e incominciò a tradurlo in italiano.
Di questa esperienza annota: “Il libro, corredato da molte fotografie fornite all’autrice dalla famiglia Assia, ha la particolarità di rappresentare la sfortunata Mafalda di Savoia-Assia non solo sotto l’aspetto storico, comune a quello di molte altre biografie sulla principessa, ma anche sotto quello affettivo, avendola l’autrice seguita nei diversi capitoli del suo libro, partecipando a tutte le sue sofferenze morali con introduzioni poetiche toccanti in ognuno di essi”. Il resto è storia recente, Bertollo recensisce il libro su DictaMundi, me ne parla e anch’io ne sono interessato; gli chiedo perché non lo pubblichiamo in Italia. Mi dice che forse la traduzione dovrebbe essere un tantino affinata e che lui, sempre oberato dai moltissimi impegni culturali e letterari non ha il tempo materiale. Allora gli suggerisco un lavoro congiunto e lo definiamo negli aspetti storici/ letterari. Quindi lo proponiamo a Marco Solfanelli, un editore di notevole autorevolezza culturale di Chieti. A Chieti la Principessa Mafalda ha trascorso i suoi ultimi giorni in Italia prima di essere internata a Buchenwald.
http://www.dictamundi.net/mafaldagenesiA.html
Di questa esperienza annota: “Il libro, corredato da molte fotografie fornite all’autrice dalla famiglia Assia, ha la particolarità di rappresentare la sfortunata Mafalda di Savoia-Assia non solo sotto l’aspetto storico, comune a quello di molte altre biografie sulla principessa, ma anche sotto quello affettivo, avendola l’autrice seguita nei diversi capitoli del suo libro, partecipando a tutte le sue sofferenze morali con introduzioni poetiche toccanti in ognuno di essi”. Il resto è storia recente, Bertollo recensisce il libro su DictaMundi, me ne parla e anch’io ne sono interessato; gli chiedo perché non lo pubblichiamo in Italia. Mi dice che forse la traduzione dovrebbe essere un tantino affinata e che lui, sempre oberato dai moltissimi impegni culturali e letterari non ha il tempo materiale. Allora gli suggerisco un lavoro congiunto e lo definiamo negli aspetti storici/ letterari. Quindi lo proponiamo a Marco Solfanelli, un editore di notevole autorevolezza culturale di Chieti. A Chieti la Principessa Mafalda ha trascorso i suoi ultimi giorni in Italia prima di essere internata a Buchenwald.
http://www.dictamundi.net/mafaldagenesiA.html
giovedì 15 ottobre 2009
giovedì 1 ottobre 2009
MAFALDA DI SAVOIA ASSIA. Facile essere una principessa...
Weimar: 29 agosto 1944, nel cimitero militare delle SS, non lontano dal campo di concentramento nazista di Buchenwald, una donna viene seppellita. Sulla tomba depongono un cartello con una laconica iscrizione: n. 262 Unbekannte (“Sconosciuta”). Chi era questa sfortunata vittima del nazismo? Per quale delitto la privarono non solo della vita, ma anche del nome di battesimo? E perché, anche se sconosciuta, fu seppellita nel cimitero delle SS?
In piena guerra fredda, una giovane interprete russa è incaricata dal Partito Comunista dell’Unione Sovietica di diffondere materiale propagandistico ai marinai stranieri che arrivano nel porto di una città sul Mar Nero.
Qui incontra l’anziano comandante di una petroliera italiana che le parla di Capri, delle bellezze del mediterraneo, di un figlio scomparso nelle campagne della Russia; le parla anche di una gentile principessa dagli occhi neri morta nel campo di concentramento di Buchenwald. E da qui inizia la sorprendente ricerca dell’autrice per scoprire la drammatica vicenda della Principessa di Savoia Assia e divulgarla, con un testo in lingua russa, nei paesi dell’ex Unione Sovietica dove è praticamente sconosciuta.
Riferendosi alle più note e documentate fonti storiche, Ninel Ivanovna Podgornaja ripropone fatti ed avvenimenti con un’appassionata partecipazione personale che percorre l’excursus biografico di Mafalda, dai fasti della regalità al tragico epilogo nella morsa della furia nazista.
Ninel Ivanovna Podgornaja
MAFALDA DI SAVOIA ASSIA
Facile essere una principessa...
Traduzione di Alfredo Bertollo
e revisione letteraria di Pier Luigi Coda
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-89756-71-3]
Pagg. 160 - € 12,00
http://www.edizionisolfanelli.it/mafaldadisavoia.htm
In piena guerra fredda, una giovane interprete russa è incaricata dal Partito Comunista dell’Unione Sovietica di diffondere materiale propagandistico ai marinai stranieri che arrivano nel porto di una città sul Mar Nero.
Qui incontra l’anziano comandante di una petroliera italiana che le parla di Capri, delle bellezze del mediterraneo, di un figlio scomparso nelle campagne della Russia; le parla anche di una gentile principessa dagli occhi neri morta nel campo di concentramento di Buchenwald. E da qui inizia la sorprendente ricerca dell’autrice per scoprire la drammatica vicenda della Principessa di Savoia Assia e divulgarla, con un testo in lingua russa, nei paesi dell’ex Unione Sovietica dove è praticamente sconosciuta.
Riferendosi alle più note e documentate fonti storiche, Ninel Ivanovna Podgornaja ripropone fatti ed avvenimenti con un’appassionata partecipazione personale che percorre l’excursus biografico di Mafalda, dai fasti della regalità al tragico epilogo nella morsa della furia nazista.
Ninel Ivanovna Podgornaja
MAFALDA DI SAVOIA ASSIA
Facile essere una principessa...
Traduzione di Alfredo Bertollo
e revisione letteraria di Pier Luigi Coda
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-89756-71-3]
Pagg. 160 - € 12,00
http://www.edizionisolfanelli.it/mafaldadisavoia.htm
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